Ecco tutti i riconoscimenti della guida Osterie d’Italia 2019 in Toscana
Ci sono 144 locali toscani tra i 1617 presenti nella guida alle Osterie d’Italia 2019 di Slow Food Editore. Tra queste osterie, 27 sono “Chiocciole” ossia locali particolarmente in sintonia con la filosofia Slow Food, 19 sono “Formaggi”, 37 “Bottiglie” e, novità di quest’anno, 9 esercizi sono segnalati per la particolare attenzione all’olio extravergine d’oliva, sia in cucina che in sala.
Che cos’è la guida alle Osterie d’Italia di Slow Food Editore
Giunto alla 29esima edizione, il sussidiario del mangiarbere all’italiana è il solo a raccontare un lavoro troppo spesso sottovalutato, quello delle cuoche e degli osti italiani con la diversità, l’originalità e la capacità di interpretare la cucina secondo la loro personalità.
«Le osterie italiane – sottolineano i due curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni – sono sempre di più sulla bocca di tutti, perché gli osti sono diventati nuovamente il fulcro del discorso gastronomico italiano degli ultimi tempi. E proprio per questo una definizione, per quanto dai confini morbidi, ci vuole. Per questo abbiamo pensato a un decalogo, dieci idee sulle quali ci confronteremo a partire da oggi per trovare parole comuni che ci permettano di sintetizzare le 1617 storie della guida e raccontare al meglio a chi la legge cos’è un’osteria secondo Slow Food». «Secondo noi – continuano i curatori – l’osteria è accogliente e conviviale, ha un buon rapporto qualità/prezzo, conosce a fondo la materia prima che usa, lavora prodotti di prossimità, sa proporre il vino, anche se è solo quello della casa, non ha il menù degustazione, non scimmiotta il ristorante importante, è moderna ma non rinnega il passato, non insegue le mode, anzi spesso le anticipa e, last but not least, ha un bravo oste (o anche più di uno)».
Significato del simbolo “Bottiglia” nella guida Osterie d’Italia
Anche la “Bottiglia” è stata ripensata in questa edizione: «Questo simbolo – sottolinea il curatore della guida Eugenio Signoroni – è stato utilizzato per la prima volta negli anni ’90, quando il mondo del vino era diverso, adesso che è nata la guida Slow Wine ci siamo fatti aiutare dai curatori Giancarlo Gariglio, Fabio Giavedoni e tutta la redazione per ridefinire le caratteristiche che deve avere il riconoscimento dato alla qualità della carta dei vini».
Tra i principi che hanno guidato l’attribuzione ci sono l’abbinamento con i vini del proprio territorio, la personalizzazione della carta dei vini secondo il proprio gusto e un lavoro di ricerca personale, meglio poche referenze ben scelte piuttosto che centinaia poco curate e banali. Conta anche, infine, il rapporto qualità prezzo che si deve ritrovare anche per le etichette e così come l’attenzione all’ambiente.
Osterie della Toscana: segnalazioni della guida in provincia di Arezzo
In provincia di Arezzo sono tre i locali che vengono classificati dalla guida Slow Food come “Chiocciole” e che meglio incarnano il modello di osteria. Sono “Il Tirabusciò” di Bibbiena, “Osteria del Teatro” a Cortona, “La Tana degli Orsi” a Pratovecchio Stia. Per i formaggi c’è sempre “Il Tirabusciò” a Bibbiena, in compagnia con “Taverna Pane e Vino” a Cortona, “Belvedere” a Monte San Savino e “Agriosteria La Casa del Buono” a Terranuova Bracciolini. Per le “Bottiglie” troviamo ancora una volta “Il Tirabusciò” a Bibbiena e poi “La Nena” ad Anghiari, “Osteria del Teatro” a Cortona, “Taverna Pane e Vino” a Cortona, “La Tana degli Orsi” a Pratovecchio Stia, “Agriosteria La Casa del Buono” a Terranuova Bracciolini e “Belvedere” a Monte San Savino. Quest’ultima osteria rientra anche tra quelle attente all’olio extravergine d’oliva.
Osterie della Toscana: i locali della provincia di Firenze
Per quanto riguarda la provincia di Firenze, le osterie “Chiocciole” sono “Mangiando Mangiando” a Greve in Chianti, “Da Burde” a Firenze e “Il Cibreo”, sempre a Firenze. Per i “Formaggi” viene segnalata nella guida “La Bottega dei Portici” a Palazzuolo sul Senio. Considerate le “Bottiglie”, fanno da padrone “La Saletta” a Certaldo, “La Bottega dei Portici” a Palazzuolo sul Senio, “Casa del Vino” a Firenze, “Da Burde” a Firenze e “Artemide” a Pontassieve.
Osterie della Toscana: la mappa del gusto nella provincia di Grosseto
In provincia di Grosseto come osterie “chiocciole” presenti nella guida Slow Food troviamo “Aiuole” ad Arcidosso, “Antica Fattoria del Grottaione” a Castel del Piano, “La Tana dei Brilli” a Massa Marittima, “L’Oste Dispensa” a Orbetello. Per i “Formaggi” ci sono “Antica Fattoria del Grottaione” a Castel del Piano e “La Tana dei Brilli” a Massa Marittima. Per le “Bottiglie” la segnalazione spazia da “Antica Fattoria del Grottaione” a Castel del Piano a “Il Cantuccio” a Castiglione della Pescaia, da “La Vecchia Hosteria” a Gavorrano a “Hostaria del Ceccottino” a Pitigliano, fino a “L’Oste Dispensa” a Orbetello, che fa parte anche delle osterie attente all’olio extravergine d’oliva.
Osterie Slow Food nella provincia di Livorno
In provincia di Livorno l’osteria “Chiocciola” è una: “Da Ghigo” a Campiglia Marittima. Mentre sono tre le segnalazioni della guida Slow Food per le “Bottiglie”: “Magona” a Castagneto Carducci, “Il Garibaldi Innamorato” a Piombino e “In Vernice” a Livorno.
Massa: il profilo delle osterie presenti in provincia
È solo una l’osteria segnalata per la provincia di Massa nella guida Osterie d’Italia 2019. Si tratta de “La Lina” a Bagnone che viene citata come “Chiocciola”.
Osterie in provincia di Pistoia: la fotografia 2019 di Slow Food
In provincia di Pistoia c’è un’osteria catalogata come “Chiocciola” da Slow Food nel 2019: è “Caciosteria dei Due Ponti” a Sambuca Pistoiese. Quest’ultima viene citata anche per i “Formaggi” insieme a “La Bottegaia” di Pistoia (a sua volta nominata anche per le “Bottiglie”).
Osterie lucchesi segnalate dalla guida 2019
In provincia di Lucca come “Chiocciole” si contano le osterie “I Diavoletti” a Capannori, “Il Buatino” e “Il Mecenate” a Lucca. Per i “Formaggi” ecco “Il Vecchio Mulino” a Castelnuovo di Garfagnana e “Il Pozzo” a Pieve Fosciana. Per le “Bottiglie” ci sono “I Diavoletti” a Capannori, “Il Vecchio Mulino” a Castelnuovo di Garfagnana e “Il Mecenate” a Lucca (citato anche per l’attenzione all’olio extravergine d’oliva).
Le osterie segnalate nella guida per la provincia di Pisa
Due invece le osterie citate in provincia di Pisa come “Chiocciole”: “Pasta e Vino” a Cascina e “Antico Ristoro Le Colombaie” a San Miniato. “Pasta e Vino” viene segnalata anche per i “Formaggi” come anche la “Locanda degli Artisti” a Terricciola. Per le Bottiglie ci sono “Re di Puglia” a Pisa e “Osteria dei Cavalieri” sempre a Pisa (citata anche per l’attenzione all’olio extravergine d’oliva).
Numerose le osterie segnalate nel senese
Spopola la provincia senese nel numero di osterie segnalate dallaguida Slow Food 2019. Molte invece le osterie indicate come “chiocciole” in provincia di Siena: “La Taverna del Pian delle Mura” a Castiglione d’Orcia, “Il Grillo è Buoncantore” a Chiusi, “La Solita Zuppa” a Chiusi, “Sbarbacipolla Biosteria” a Colle di Val d’Elsa, “Da Roberto Taverna in Montisi” a Montalcino, “Da Gagliano” a Sarteano, “La Botte Piena” a Torrita di Siena, “Piccola Trattoria Guastini” a Torrita di Siena e “Il Conte Matto” a Trequanda. Per i “Formaggi” ci sono “La Taverna del Pian delle Mura” a Castiglione d’Orcia, “La Solita Zuppa” a Chiusi, “Sbarbacipolla Biosteria” a Colle di Val d’Elsa, “Da Roberto Taverna in Montisi” a Montalcino, “La Botte Piena” a Torrita di Siena e
“Il Conte Matto” a Trequanda. “Affollato” anche per le Bottiglie l’elenco della provincia di Siena: “Bengodi” a Castelnuovo Berardenga, “Il Grillo è Buoncantore” a Chiusi, “La Solita Zuppa” a Chiusi, “Sbarbacipolla Biosteria” a Colle di Val d’Elsa, “Da Roberto Taverna in Montisi” a Montalcino, “Osteria di Porta al Cassero” a Montalcino, “Le Panzanelle” a Radda in Chianti, “La Botte Piena” a Torrita di Siena, “Piccola Trattoria Guastini” a Torrita di Siena e “Il Conte Matto” a Trequanda. Le osterie attente all’olio extravergine d’oliva per il 2019 sono “Il Grillo è Buoncantore” a Chiusi, “Sbarbacipolla Biosteria” a Colle di Val d’Elsa, “Da Roberto Taverna in Montisi” a Montalcino, “Da Gagliano” a Sarteano e “Piccola Trattoria Guastini” a Torrita di Siena.
La provincia di Prato citata per l’attenzione alle “Bottiglie”
La provincia di Prato nella guida dedicata alle osterie d’Italia per il 2019 di Slow Food Editore viene citata in particolare per l’attenzione che “Su pe’ i’ Canto” di Carmignano dedica alle bottiglie proposte ai clienti.
Gli altri numeri nazionale nella guida alle Osterie d’Italia 2019
La guida alle Osterie d’Italia 2019 di Slow Food Editore conta nel complesso 1617 locali segnalati, 133 nuove segnalazioni, 279 chiocciole (locali che meglio incarnano il modello di osteria), 213 osterie da visitare per la notevole selezione di formaggi, 484 locali con un orto di proprietà, 361 osterie notevoli per i vini, 370 osterie che propongono un menù vegetariano con carta dei vini attenta al territorio e 321 osterie con alloggio.
Osterie di mare, da nord a sud
Nella guida alle Osterie d’Italia 2019 di Slow Food Editore sono sempre più numerosi i locali, al Sud come al Nord, che propongono i prodotti del mare, con l’accortezza di scegliere la piccola pesca tradizionale e le specie di pesce meno note.
Montagna e giovani protagonisti della guida Osterie d’Italia
Tra i temi che emergono da una lettura trasversale della guida Osterie d’Italia c’è il protagonismo della montagna. Luogo più difficile e scomodo ma amato soprattutto dai giovani osti che qui possono trovare prodotti e artigiani veri, territori incontaminati da cui rifornire le proprie dispense o coltivare direttamente le proprie materie prime. Sono luoghi ricchissimi di storie, tradizioni, prodotti, erbe spesso poco note e che trovano nell’osteria, nella sua cucina e nel suo pubblico un naturale punto di approdo. E poi ci sono proprio loro, i giovani che si mettono alla guida dell’osteria di famiglia o che, magari senza avere alle spalle storie di ristorazione, ci mettono studio e passione. Spesso sono osterie che guardano alla tradizione e al proprio territorio con occhi nuovi, rileggendolo attraverso piatti che saranno la tradizione tra 100 anni.
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