Nasce un nuovo modo di lavorare allontanandosi dal caos delle grandi città
I mesi che stiamo vivendo hanno portato cambiamenti sensibili non solo nei singoli gesti quotidiani, ma soprattutto in un diverso modo di intendere il lavoro in presenza, la classica modalità da ufficio che adesso risulta essere meno performante per i mesi che ci attendono.
Di conseguenza si sta affacciando sempre più un nuovo modo di intendere il lavoro ove possibile, lavorando da remoto in zone che non necessariamente hanno a che fare con la realtà aziendale per la quale lavoriamo. Lo smart working, termine ormai sdoganato, sta prendendo sempre più piede in Italia (in ritardo rispetto ad altri paesi dove già veniva utilizzato in larga misura) unendo l’evitare forme di assembramento in ufficio con la continuità del processo lavorativo ma in una diversa dimensione.
E’ logico che per funzionare non deve mancare l’impegno ed il risultato da parte chi lavora da remoto, ma rispetto al passato il vantaggio è di non doverlo fare per forza nello stesso luogo e nelle solite fasce orarie.
Anche in Toscana si sta scoprendo sempre più le grandi possibilità che lo smart working può offrire. Può diventare anche un modo per cambiare vita e trasferirsi dalle grandi città del Nord, sicuramente ricche di servizi, ma meno a misura d’uomo e particolarmente dispendiose, in un territorio riconosciuto in tutto il mondo per la varietà e la bellezza paesaggistica, oltre che per le ampie zone di campagna dove potersi stabilire.
Un esempio tutto toscano: lo smart working village di Santa Fiora
Oltre alle singole iniziative del mercato immobiliare toscano, con la vendita di singole abitazioni che consentono di avere spazio sufficiente per poter lavorare anche da casa, ci sono esempi molto interessanti che stanno venendo fuori in questo periodo.
In particolare quello di cui vogliamo parlare è il primo smart working village della Toscana, per la precisione nel piccolo borgo di Santa Fiora, in Provincia di Grosseto, caratteristico paese situato alle pendici del Monte Amiata (la Maremma da sempre è un’area adatta per chi ama la tranquillità ed è alla ricerca di uno stile di vita più a contatto con la natura.
Nonostante la crisi, il mercato immobiliare maremmano riscontra una crescita nella domanda di rustici e casali di campagna, un must che negli scorsi anni sembrava solo appannaggio di acquirenti provenienti dall’estero, ma che adesso riscontra il favore anche di acquirenti italiani).
E’ notizia di questi giorni di come questo Comune si stia trasformando in un vero e proprio “smart working village”. Con il lancio di un apposito bando da parte dell’amministrazione comunale, si da la possibilità di richiedere un affitto in uno degli appartamenti di Santa Fiora che accedono all’iniziativa, ricevendo un contributo che può arrivare a coprire fino al 50% del canone mensile.
Nel dettaglio a Santa Fiora è stato predisposto un apposito sito web che consente di visionare una serie di appartamenti in affitto che rientrano nel progetto “Santa Fiora smart working village”. Questa opportunità prevede la possibilità di richiedere un voucher di massimo 200 euro per affitti che non possono essere inferiori ai 6 mesi, e non ci sono limitazioni in quanto la richiesta può essere effettuata da dipendenti ma anche da liberi professionisti.
Più che il contributo economico, l’aspetto fondamentale di questa iniziativa è che negli appartamenti disponibili a Santa Fiora si potrà utilizzare la cosiddetta connessione a banda larga, che permette di avere una maggior trasmissione di dati, fondamentale per tutti coloro che hanno necessità di lavorare da casa, ma lo vogliono fare nelle migliori condizioni.
Attualmente le domande per accedere al contributo possono essere inviate entro il 31 Dicembre, ma non è escluso che ci possa essere anche una proroga ulteriore.
Il borgo di Santa Fiora può diventare un apripista per molti altri paesi che decidono di sfruttare la bellezza e la tranquillità del loro territorio con le nuove esigenze che il mondo lavorativo odierno richiede; un modo di affrontare l’attuale situazione di emergenza sanitaria che guarda già al di là di essa e che ritiene che questo nuovo modo di lavorare possa diventare non solo un’eccezione temporanea, ma un’alternativa solida.
Sotto questo punto di vista la Toscana ha una predisposizione quasi naturale ad offrire questa opportunità lavorativa e ci aspettiamo che l’opportunità venga recepita e tramutata in occasioni redditizie che aiutino anche a ripopolare i borghi della nostra splendida regione.
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