Il mercato pellettiero locale: dalle grandi griffe alle piccole e medie imprese artigiane
L’area fiorentina è il cuore della produzione della pelletteria, in particolare quella di lusso. In questa zona “abitano” infatti i più importanti marchi internazionali del settore. Ma non ci sono solo le grandi multinazionali. A popolare il tessuto economico della provincia fiorentina sono anche le numerose piccole e medie imprese che, nella maggior parte dei casi, lavorano per conto terzi.
Andamento della pelletteria fiorentina
Il distretto della pelletteria di lusso a Firenze è cresciuto nel 2017 al ritmo del 15%, arrivando a esportare più di 2,5 miliardi di euro. Secondo un’analisi fatta a inizio anno dal Centro Studi di Cna Firenze, il territorio si conferma centrato sulla pelletteria (che costituisce il principale polo mondiale dell’alta qualità) e a seguire, sul settore dedicato all’abbigliamento e al calzaturiero.
Lo studio sottolinea come la produzione sia preminentemente conto terzista (al 64% contro il 17% di produzione in conto proprio). E non è un caso che (da un progetto dell’Associazione San Colombano) proprio a Scandicci e Pontassieve sia nata nel 2005 l’Alta Scuola di Pelletteria Italiana. In due Comuni che insieme, appunto, producono il 50% del fatturato nazionale della pelletteria di lusso.
Diversi sono anche i progetti formativi professionalizzanti nel territorio, che hanno l’obiettivo di formare operatori nel confezionamento di articoli in pelle.
Pelletteria: tra grandi marchi e piccole aziende terziste
Ma a emergere è, in particolare, una nuova tendenza: i marchi internazionali, che fino a oggi avevano preferito affidare la produzione di borse e portafogli alle piccole e grandi pelletterie fiorentine, ora preferiscono controllare direttamente non solo lo stile, ma anche le fasi di realizzazione del prodotto. E per far questo hanno avviato l’assorbimento di aziende terziste o, addirittura, la costruzione di propri stabilimenti. I grandi marchi, dunque, diventati produttori in proprio, sono in cerca dei pellettieri già formati, di solito nei piccoli laboratori terzisti. E tra le notizie delle ultime settimane, filtra anche quella di un acquirente interessato all’acquisto del palazzaccio, la struttura abbandonata a Scandicci (in via delle Nazioni Unite), che sarebbe nel mirino del gruppo del lusso Richemont.
Da tempo il gruppo francese avrebbe in mente lo spostamento del suo polo produttivo a Scandicci, come già hanno fatto altre griffe.
Pelletteria e imprese cinesi
Tra le piccole e medie imprese del territorio, una fetta è rappresentata dalle pelletterie a conduzione cinese. Ormai ci sono molti esempi positivi di imprenditori che realizzano prodotti di ottima qualità.
Esistono, infatti, anche nella provincia di Firenze, aziende a conduzione cinese dove l’intero personale è stato assunto regolarmente, dove vengono rispettate nel dettaglio tutte le normative riguardanti la sicurezza e lo smaltimento dei rifiuti.
Ci sono alcune ditte che possono vantare anche asili nido aziendali e la presenza di rappresentanti sindacali. Buona parte della nuova generazione di imprenditori cinesi si è integrata entrando a pieno titolo nella filiera, rispettando il codice etico delle griffe, stando attenta a valori come tutela delle risorse umane e legalità.
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